domenica 19 aprile 2009

Karen Russell - Il collegio di Santa Lucia per giovinette allevate dai lupi

Se dovessero chiedermi quali sono i due libri che mi hanno più colpito negli ultimi dodici/diciotto mesi, avrei una volta tanto una risposta abbastanza precisa. Il primo è 'La notte del drive-in' di Joe R. Lansdale. Non c'è nemmeno bisogno di fotofinish: letteralmente irraggiungibile. Ma di questo avrò modo di parlare in un altro post, in un quando ancora indefinito.
Il secondo è questa sorprendente antologia, dal titolo curioso di 'Il collegio di Santa Lucia per giovinette allevate dai lupi' (St. Lucy's Home for Girls Raised by Wolves). Bizzarro è il titolo, come bizzarri sono i dieci racconti che contiene. L'autrice si chiama Karen Russell, una ragazza della Florida, classe 1981, che sembra aver soddisfatto una volta tanto a pari merito sia la critica che i lettori. D'accordo, sui lettori non posso averne la certezza. Almeno dalle nostre parti di questo libro non ho mai sentito parlare. Ma state sicuri che almeno uno l'ha soddisfatto. Eccome.
Ha poco senso dilungarsi nel riassunto di ogni racconto, perché non è con una sinossi che si può illustrarne i pregi.
Le storie sono bizzarre, l'ho già detto. Ma non è solo quello: sono bizzarre in modo speciale. Hanno senso e coerenza, ma non è strettamente la trama quello che avvince. Sono i modi. Sono le situazioni. E' uno stile tutto speciale, fatto di velocità, battute argute, accostamenti che nella loro assurdità restano sempre, immancabilmente azzeccati. Sembra esserci un abisso di distanza tra un teppistello di periferia e un ragazzino figlio di astronomo e appassionato di astronomia. O no?

Il mio compito è vigilare.
Il compito di Raffy è assegnare i compiti.
Il compito di Marta è fare in modo che Petey abbia la sua coreografia e il suo costume.
Il compito di Petey è fare la luna.

Quando sono venuto qui, stanotte, non mi aspettavo di unirmi a una Banda Criminale Comico-Ironica. Sono qui perché papà mi ha fissato un appuntamento per vedere Alcione. Ha fatto qualche riferimento allusivo ai lunghi filamenti di luce blu e alla sua straordinaria nebulosità: cavoli se ero eccitato! Ho lucidato il mio planisfero tascabile. Ho letto tutti i suggerimenti degli esperti della mia Guida ultragalattica alla galassia, per bambini! per individuare l'ammasso stellare. [...]

Così comincia il racconto intitolato 'Almanacco astronomico dei crimini estivi'. L'io narrante è Oliver 'Ollie' White. Ollie è impegnato nelle sue attività da Giovane Astronomo, insieme al padre e alla sorella Molly, e un pò per caso, un pò a forza, viene coinvolto nelle criminose attività di Raffy, un bullo carismatico, e della sua ragazza Marta.
In quali crimini si cimenta la banda? Bè, sono crimini comico-ironici, naturalmente.

[...] Il lunedì ci imbarchiamo clandestinamente su una barca dal fondo di vetro e picchiettiamo messaggi proibiti in alfabeto Morse ai lamantini dagli occhi sognanti, nonostante il cartello di VIETATO TOCCARE IL VETRO in bella vista. Il martedì ci riscaldiamo rubando una confezione da sei di Coca-Cola e gettando i vuoti di alluminio nel bidone per la raccolta della plastica. Quindi prendiamo l'autobus che porta dalla parte opposta dell'isola - quando parte non ci aggrappiamo agli appositi sostegni - e rubiamo tutti i penny dal Pozzo dei Desideri dell'Ospedale Pediatrico. Raffy li usa per comprare una barretta di Mr. Goodbar. Sembra impassibile quando gli faccio notare che 1 barretta Mr. Goodbar = 187 desideri di bambini malati. [...]

Ma il crimine che Raffy sta realmente architettando, il 'colpo grosso', è la cattura dei piccoli di tartaruga dopo la schiusa delle uova. Il suo piano è di farli entrare in un sacco di iuta attirandoli con delle luci. A questo scopo ha convinto Petey, un ritardato mentale, a ballare sulla spiaggia sotto la luna, indossando una bardatura che comprende lucine natalizie, il coperchio di un bidone d'immondizia e vari strati di carta stagnola.
Ecco, sono colpi di genio come questo che contribuiscono a rendere unico il libro.

I racconti sono tutti di questa forza. Quasi tutti in prima persona. I protagonisti sono ragazzini, talvolta un po' sfigatelli, come il precente Ollie White. Mostrano un'aria sognante, se non proprio sbalordita, di fronte a situazioni assurde, grottesche, che però rappresentano realtà incontrovertibili. Più o meno quello che accade al lettore. Non si può non credere alle conchiglie giganti di 'La Città delle Conchiglie', o al coro da valanga di 'Verbale d'incidente, caso n. 00/422'. Per quanto eccentriche, queste situazioni rimangono tutte perfettamente credibili. Anzi, se uno ha quel genere d'inclinazione diventano addirittura affascinanti. Ti ci innamori. Io possiedo un'inclinazione assai spiccata per le storie strambe. Mi divertono e mi esaltano, non ci posso fare niente.
Nel racconto 'L'ossessione di Olivia', uno dei miei preferiti, i protagonisti sono due fratelli. A mezzanotte si immergono nel Cimitero delle Barche di Gannon con una maschera demoniaca, in cerca della loro sorellina morta. Niente male come inizio, mi sono detto. Poi si scopre come è morta Olivia: dispersa in mare a bordo di una granchio-slitta. Già.

[...] E' Herb che fabbrica le slitte. Sbudella i granchi e brucia gli steli degli occhi soffiando sulla fiamma di una torcia; poi dipinge delle strisce lungo i lati per farne delle slitte da corsa. Ha un noleggio al Molo 2: due dollari l'ora, dodici per tutta la giornata. [...]

Olivia monta su una di queste slitte, si lancia lungo la duna e finisce in mare. E non torna più. Ora forse questa a voi sembrerà una banalità, ma per me non lo è affatto. Per me una scrittrice che riesce a inventare delle granchio-slitte diventa automaticamente una donna da sposare. Non c'è discussione. Bè, non è solo per quello... anche la Grotta dei Vermi Splendenti ha avuto il suo peso. E poi c'è l'hotel Colpisci il Letto. Questa è grandiosa. E' un particolare secondario ma ricorrente, che spunta fuori in più di un racconto. Una ragazza che riesce a chiamare un hotel 'Colpisci il Letto' ha definitivamente il mio cuore in pugno.

E così passiamo attraverso 'Il Campo di Z.Z. per Sognatori Disturbati' e le sue baite rigorosamente divise per infermità (Apnoici del sonno, Sonnambuli, Sonniloqui, Picchiatesta, Mangiatori notturni [Questa mi andrebbe a pennello!], Digrignatori, ecc...). O il lungo viaggio di 'Tratto da Ricordi infantili della migrazione verso ovest', un'altra perla di questa raccolta. O lo stravagante pseudo-circo di 'Lady Yeti e il Palazzo delle Nevi Artificiali'. Insomma, la Russell non manca d'immaginazione. Eppure non è questo che mi ha sbalordito. Io non mi stanco mai di leggere amenità come le granchio-slitte. Ma come le scrive, queste storie... ecco cosa mi ha strizzato il cervello. Questo è l'inizio dell'ultimo racconto, 'Il Collegio di Santa Lucia per giovinette allevate dai lupi'.

Stadio 1: Nel periodo iniziale tutto è sconosciuto, eccitante e interessante per le vostre studentesse. E per loro è un divertimento esplorare il nuovo ambiente.
Dal
Manuale gesuita sullo shock della cultura licantropa.

All'inizio il nostro branco era tutto pelo e ringhi. Manifestavamo la nostra gioia pestando sul pavimento. C'eravamo scordate i latrati d'avvertimento dei nostri genitori, tutte le promesse di dimostrarci civilizzate, aggraziate e curate come delle vere signore. Correvamo all'impazzata per le stanze austere, rovesciavamo i cassetti dei comò, davamo zampate alle pile ordinate della biancheria inamidata delle ragazze allo Stadio 3, frantumavamo le lampadine con i pugni nudi. Le cose ci sembravano meno strane al buio. La camera da letto scura era inodore e priva di finestre. Rimediammo spruzzando esuberanti stelle filanti spray su tutte le cuccette. Stelle filanti gialle. Saltavamo da un letto all'altro e continuavamo a spruzzare. A mezz'aria ci annusavamo a vicenda, i nostri corpi che si deformavano in una risata cinetica. Le suore ci guardavano dall'angolo della stanza, i loro visi minuscoli assottigliati dal disappunto. [...]

A questa pagina ne seguono un paio che descrivono l'arrivo delle ragazze-lupo al Collegio e qualche sprazzo sulla loro vita precedente. Ma perfino quando la Russell si dilunga in questi flashback riesce a rimanere interessante, a non far perdere l'attenzione. Questo è una dote rara e preziosa per gli autori di racconti, che dispongono di uno spazio per forza di cose limitato.

Non sono sicuro di voler consigliare questo libro a tutti, indistintamente. Conosco persone che non lo apprezzerebbero. Ma se amate le storie stravaganti, le situazioni oniriche, deliziosamente spiazzanti, allora leggetelo. Leggetelo.
Una nota finale di complimenti la voglio riservare all'editore 'Elliot'. E' una piccola casa editrice, aperta appena un paio di anni fa. Hanno tradotto e pubblicato, oltre a questo libro, Christopher Moore (del quale parlerò in un altro articoletto) e altri autori molto interessanti che sto esplorando un po' alla volta. Insomma questi signori mi sembrano indirizzati sulla strada giusta. E' una scoperta oltremodo piacevole, in un panorama editoriale che troppe volte lascia a desiderare sotto una moltitudine di aspetti.
Al prossimo 'consiglio di lettura'.

1 commento:

  1. il libro della Russell lo sto leggendo ora anche io e non è per nulla male!
    buon pomeriggio

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